Territorio e storia

Bedizzole e il suo territorio

Bedizzole e il suo territorio

 

Bedizzole si trova  in un territorio ricco e variegato, all’incrocio di diverse zone: si estende su entrambe le sponde del medio corso dal fiume Chiese alle propaggini occidentali dell’anfiteatro morenico del Garda, ai confini della Valtenesi, ai piedi della Valle Sabbia e tocca a sud la piana della Bassa orientale. Proiettato verso il vicino lago di Garda, dista 8 km dal lago e 15 km dalla città di Brescia.

Il grande anfiteatro morenico del Garda è un ambiente formato da cerchie collinari con interposte piccole aree pianeggianti, originatesi dai detriti rocciosi trasportati dal grande ghiacciaio del Garda due milioni di anni fa.

Le colline di Bedizzole ebbero origine nell’era quaternaria durante la glaciazione midelliana II, le morene deposte dal ghiacciaio Mindel formarono un arco di dolci elevazioni collinari modellate da lunga degradazione, dunque con suolo intensamente fertilizzato coloro rosso scuro, esteso lungo la riva sinistra del Chiese fino a Bedizzole, Montichiari e Carpenedolo

Storia di Bedizzole

Storia di Bedizzole

Le prime testimonianze archeologiche certe di un insediamento stabile nel territorio di Bedizzole risalgono all’età romana.

Al tempo il territorio comunale era al centro delle principali vie romane che connettevano la Gallia Cisalpina al resto dell’Impero.

Bedizzole sorse lungo la via Gallia (che connetteva Verona con Brescia) nello specifico presso l’itinerario “Ad Flexum” che passava per l’antico ponte di Pontenove e connetteva Rezzato (Reciatum) a Desenzano (Decentionum).

Numerosi sono i reperti di epoca romani ritrovati sul territorio comunale, è ragionevole pensare che Bedizzole fosse un “Vicus”: un aggregato di case rurali e terreni che non aveva un’amministrazione civile come il municipium o la colonia romana. O addirittura che costituisse un “Pagus” una circoscrizione territoriale rurale, al di fuori dei confini della città, accentrata su loghi di culto pagano (probabilmente Giove o Minerva).

 

Le invasioni barbariche del V e VI secolo coinvolsero in maniera importante tutto il territorio del Nord Italia, questi grandi sconvolgimenti portarono il popolo delle città (plebs urbana) verso i centri rurali i Pagi (pagus). Questo processo andò ad intercettare la progressiva diffusione del cristianesimo anche nelle campagne. Il lento passaggio dal Pagus alle Plebs e infine alle Pievi fu reso possibile dal vuoto di potere dell’autorità politica. Il territorio bresciano contava 58 Pievi e quella di Pontenove aveva un’ampia giurisdizione sul territorio circostante, oltre a Bedizzole controllava anche Calcinato, Carzago e Calvagese.

Buona parte delle chiese paleocristiane sorse sul sito di ville romane, la Pieve di Pontenove non fu un’eccezione, il primo edificio fu costruito intorno al VI secolo.

Tra il IX e X secolo, per difendersi dalle incursioni degli ungari, gli abitanti delle campagne bedizzolesi costruirono l’attuale castello.

Nel corso del XII secolo presero forma i comuni, la prima fonte che testimonia l’esistenza del Comune di Bedizzole è un documento del 1184 tra il Comune e l’abate Alberto, del monastero di S. Pietro in Monte di Serle. Dunque, la fondazione del nostro Comune è databile tra il 1175 e il 1180.

Durante il basso Medioevo il Comune rimase invischiato nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini, una decisiva battaglia tra i due schieramenti fu combattuta a Bedizzole nel 1201 ad Albusago, l’odierna San Vito.

Più tardi, nel 1277, una rivolta filo-ghibellina coinvolse direttamente Bedizzole e in quell’occasione venne ordinato l’abbattimento del Castello.

 

Nel 1320 i fuoriusciti ghibellini di Brescia, di cui la Riviera gardesana fu uno dei poli principali, offrirono la città a Cangrande della Scala. Il dominio veronese su Bedizzole durò fino al 1336 quando divenne brevemente un protettorato veneziano dal 1336 al 1349 e infine passò in mano alla dinastia Viscontea.

Nel 1391 Bedizzole fu teatro di un’importante battaglia tra Gian Galeazzo Visconti e Giovanni Acuto (John Hawkwood) la “Battaglia di Pontenove” si concluse con un’inaspettata sconfitta di Gian Galeazzo grazie alle astute macchinazioni dell’Acuto.

Nel 1423 molti nobili bresciani congiurano a Gussago contro i Visconti offrendo il potere a Venezia, Pasino de Zechis da Bedizzole fece parte della delegazione che il 23 marzo del 1426 riconobbe la sovranità veneziana sulla Riviera e nonostante i continui tentativi milanesi di riprendere il controllo sul bresciano, la pace di Lodi del 1454 sancì l’inizio della lunga dominazione veneziana sul nostro comune.

 

L’episodio militare di gran lunga più significativo si svolse nell’agosto del 1485 quando il Castello di Bedizzole fu assediato da Alfonso Duca di Calabria, capo di una coalizione anti-veneziana, che per 3 giorni tentò di assaltare il Castello che fu valorosamente difeso da Palamede e Simone Averoldi.

Per più di 3 secoli Bedizzole fece parte della “Comunità della Riviera bresciana del lago di Garda” chiamata anche “Magnifica Patria della Riviera di Salò” una confederazione di 34 comuni della riviera bresciana del lago di Garda e di parte della Valle Sabbia parzialmente indipendente da Brescia con leggi e statuti propri e un Provveditore scelto tra la nobiltà veneziana.

Nello specifico Bedizzole fece parte della quadra “Campagna” costituita da 8 comuni e 6 comunità minori che inviavano rispettivamente 6 consiglieri al Consiglio della Comunità della Riviera e 4 deputati all’anno.

Considerano il territorio per lo più montuoso del Lago la quadra di Campagna, prettamente collinare, si occupava della coltivazione del grano, anche se riusciva a coprire unicamente il consumo interno della Riviera per quattro mesi all’anno.

Il XVIII secolo fu flagellato dalle continue scorrerie nella zona delle truppe imperiali da un lato e dai francesi dall’altro, entrambi impegnati nella guerra di successione spagnola.

La nuova Chiesa parrocchiale di Santo Stefano fu edificata nel ‘700 per decisione presa a quasi unanimità nella Vicinia del 28 dicembre 1720 su iniziativa dell’Arciprete Emigli.

 

Bedizzole e la Riviera seguirono il corso e la decadenza di Venezia, con l’arrivo delle truppe di Napoleone a Salò il 17 agosto 1796 fu annunciata la fine della Serenissima e la nascita della Repubblica Bresciana sul modello della Repubblica rivoluzionaria francese.

Nonostante i tentativi dei rivieraschi di mantenere la propria indipendenza politica da Brescia il 20 maggio 1796 la Magnifica Patria venne smantellata e assoggetta alla città di Brescia.

Nel 1815 con la fine dell’età Napoleonica la Repubblica di San Marco non venne restaurata e Bedizzole entrò a far parte del “Regno Lombardo-Veneto” stato sussidiario all’Impero austriaco. Durante le lotte risorgimentali si distinsero alcuni bedizzolesi tra cui i fratelli Chiodi, Pietro e Battista che caddero sulle barricate delle Dieci giornate di Brescia durante la Prima Guerra d’Indipendenza del 1849.

Altro nome importante fu quello di Giuseppe Capuzzi che partecipò alla Seconda Guerra d’indipendenza del 1859 tra i Cacciatori delle Alpi prima e alla Spedizione dei Mille poi.

 

Nel 1861 Bedizzole entrò a far parte del Regno d’Italia.

 

Intensa fu la partecipazione di Bedizzole alla Resistenza contro il nazifascismo. Nell’inverno del 1943 si formò per iniziativa del curato don Riccardo Vecchia e del rag. Giampietro Siboni un piccolo nucleo resistenziale che, stabiliti i collegamenti con il centro cittadino, divenne il punto di riferimento di tutta la zona. Nonostante le rappresaglie e gli arresti il movimento clandestino si andò allargando. Due furono soprattutto gli scontri avvenuti il 26 aprile 1945 sull’altura di Montecolo quando i partigiani persero Gino Cocchi, Pietro Bottarelli, Dante Marchini, Giuseppe Carli, Battista Poli, Carlo Lodetti, e Luigi Malagnini.

A partire dagli anni ’70 la popolazione aumentò sensibilmente e L’economia prettamente agricola è andata completandosi con numerose piccole e medie industrie. Lento ma sicuro è stato anche il progresso sociale nelle campagne dove, in alcune località, la corrente elettrica è arrivata soltanto nel 1951. Tappe di tale sviluppo furono segnate dalla nascita nel 1885 di una “Società operaia agricola cattolica federativa di mutuo soccorso” per merito specialmente di don Francesco Gorini. Ad essa si affiancava nel 1895 la “Cassa rurale di depositi e prestiti“.