Parrocchia di San Vito

La frazione si chiamò Albussago (con riferimento al vicino centro di Bussago) fino a quando prese, dal 1500 in poi, il nome dalla chiesa che la Vicinia di Bedizzole con delibera del 15 agosto 1509 (come indicano le iniziali stesse che si leggono sul portale) fece costruire ex voto dedicata ai S.S. Vito, Modesto e Crescenzia.

Il comune di Bedizzole vi mantenne dal sec. XVI un cappellano che vi celebrava solamente nel giorno della festa, e altre volte per voto o devozione. Al tempo del Vescovo mons. Bollani (1566) la chiesa già era cadente e abbisognava di restauri.

Nel 1620 venne aggiunta la cappella e l’altare di S. Maria della Neve. Un signor Lorenzoni, che aveva vissuto molto tempo a Roma, nel ritorno in patria portava con sè un quadro della Madonna della Neve ed eresse una piccola cappelletta sulla strada di Belgioioso. Successivamente, il quadro venne trasportato nella Chiesa di S. Vito.

L’adunanza del 8 maggio 1622 decise «per la fabbrica di una casa vicina alla chiesa di S. Vito di Albusago per l’abitazione del Sacerdote che celebri all’altare della Madonna, che per le continue grazie che fa, attira molti devoti».

Alla Madonna detta di S. Vito venne eretto per decisione dei “deputati e reggenti la chiesa” un bellissimo altare in marmo, sostituendo quello precedente acquistato nel gennaio 1716 dagli abitanti di Cogozzo per la loro chiesa. L’altare della Madonna al quale si è accennato, venne arricchito nel 1652 di un altro altare in marmi molto preziosi e di una bella pala che a Paolo Guerrini sembra di Francesco Zugno.

L’altare venne eretto da Giovanni Battista Bianchini, “cittadino di Brescia” abitante a Verona ma che possedeva a S. Vito, donde era oriundo, i fondi acquistati dai conti Gambara e che ora appartengono ai Brognoli-Calini. È ricordato da questa epigrafe: «D. O. M. – D. Antonio Patavino patrono – hoc pietatis monumentum – Io. Bapta. Blanchinus q. Ioan. – civis brixiensis – devotissime sacravit – anno MDCLII».

Nel 1935 Giov. B. Trainini dipinse il soffitto, e nel 1947-1948 Simone Butti di Carpenedolo dipinse sulle pareti, in encausto, l’Annunciazione e le figure di S. Giovanni B., S. Girolamo, S. Agostino, S. Tommaso, angeli musicanti ecc. L’organo venne costruito agli inizi dell’800 da fra Damiano Damiani e restaurato dalla Bottega organale artigiana Piccinelli nel 1993.

A metà del sec. XVIII la chiesa, sulla quale andarono convergendo anche le popolazioni delle frazioni di Bussago e S. Marco, era governata da tre “deputati” eletti dalla Comunità; vi si celebravano cinque messe la settimana, da un cappellano che aveva anche l’obbligo di impartire ogni festa la dottrina cristiana e di assistere gli infermi dei dintorni. L’aumento della popolazione impose di abolire nel 1786 le cancellate in ferro per far luogo ai fedeli.

Pochi anni dopo, nel 1803, veniva concessa la conservazione del S.S. Sacramento. Il continuo aumento dei fedeli impose nel 1929, per iniziativa di don Germano Germani e l’appoggio della popolazione e del conte Renato Calini, oltre ad un buon restauro, l’allargamento della chiesa con la costruzione di due cappelle ai lati del presbiterio.

Particolarmente attivo fu dal 1933 al 1976 il ministero di don Giuseppe Archetti che ottenne dall’8 dicembre 1962 l’autonomia parrocchiale diventandone il primo parroco. Nuovi restauri vennero compiuti sotto il suo parrocchiato, ripetuti dal suo successore, dal 1976, don Giacomo Chiarini.

La chiesa conserva una modestissima pala dell’altare maggiore raffigurante la B.V. col Bambino e i S.S. Vito, Modesto e Crescenzio.